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Il vecchio Grunthoringo e Fiammetta
C’era una volta in una valle nascosta tra montagne scoscese e fiumi d’argento, un grande bosco dove vivevano due popoli diversi.
Da una parte, i Luminfogli piccole creature dalle grandi ali con gli occhi trasparenti come rugiada, seminavano bene, coltivavano il loro orticello e raccoglievano fiori di pace.
Dall’altra parte, i Rancorodi, personaggi dal volto teso e dallo sguardo diffidente, che custodivano nel petto il peso di malefatte e torti immaginati mai dimenticati.
Ogni mattina i Luminfogli salutavano il sole, con riverenza, ringraziandolo per la sua luce, ma adoravano anche quel bacio azzurro che dissetava dal tetto del cielo i verdeggianti campi.
Ogni mattina i Rancorodi chiudevano le finestre, temendo che il mondo volesse entrare per prenderli a pugni in faccia.
I Luminfogli vivevano tra canti, aiuti reciproci e mani tese, i Rancorodi vivevano tra mormorii, sospetti e vecchie discussioni mai finite.
Tra loro, il muro di cinta dell’incomprensione che cresceva come edera selvatica.
Un giorno, una giovane Luminfoglia di nome Fiammetta decise di attraversare quel confine.
Aveva con sé una piccola lanterna di vetro, la cui fiamma, per l'appunto, era fatta di comprensione e coraggio.
Camminò nella nebbia che avvolgeva la casa dei Rancorodi e bussò in punta di piedi appendendosi alla maniglia in ferro posta sul porticato.
Il vecchio Grunthoringo aprì lentamente la porta, la sua figura imponente e rugosa che si stagliava nella soglia come un albero secolare. I suoi occhi, duri e freddi come pietre levigate dal tempo, fissarono Fiammetta con un'espressione di diffidenza e sfida, la luce fioca che filtrava dall’interno rendeva ancora più intensa la severità del suo sguardo.
"Che cosa vuoi?"
Brontolò, "chi sei?!"
"Portare un po’ di luce,"
rispose Fiammetta,
- "non per farti vedere il mondo, ma per aiutarti a rivederlo
e guardarti intorno".
Grunthoringo rise amaramente:
"Luce? Qui la luce non serve, ci hanno feriti, chi ci avvicina, ci inganna, chi ci sorride, ci tradisce, vattene via".
Fiammetta si fece spazio ed entrò, poggiò la lanterna sul tavolo e disse piano:
- "La luce non chiede fiducia, Grunthoringo, semplicemente, illumina, quando smetti di temerla… smetti anche di bruciarti con la tua ombra".
Per la prima volta dopo tanto tempo, il vecchio tacque.
Nella fiamma di quella lanterna vide riflesso un volto che non conosceva più: il suo, quando era giovane, prima che la rabbia gli rubasse la pace; egli la fissò, nessuno gli aveva mai parlato così, senza paura né giudizio.
Fiammetta gli prese la mano, ruvida, indurita, penso al suo cuore vecchio e stanco e lo guardò
dentro gli occhi e aggiunse:
- "Chi vive di rancore non punisce il mondo, ma se stesso, solo chi sa perdonare e comprendere può contribuire a una comunità più giusta, serena e civile, il risentimento è un fuoco che non illumina, ma brucia solo a chi lo alimenta e noi abbiamo imparato a spegnerlo con la fiducia, l’ascolto e salvato non solo noi stessi, ma tutto il bosco e noi ci viviamo in questo posto, e ricorda che, la gentilezza non è debolezza, è coraggio
e ogni volta che scegli di comprendere invece di reagire, di perdonare invece di chiuderti, metti un piccolo seme nel tuo orticello e vedrai che raccoglierai i tuoi frutti migliori".
Per la prima volta, quell'uomo sentì il cuore farsi leggero, ma alcuni dei suoi familiari, spaventati da quella chiarezza, spensero il lume e la cacciarono via.
Nei giorni seguenti, Fiammetta tornò spesso a trovarlo, portava semi di calma, parole di ascolto e gesti semplici e, a poco a poco, la nebbia del rancore cominciò a diradarsi.
Gli altri Rancorodi, incuriositi, si avvicinarono a guardare. Alcuni la derisero, altri la temettero… ma dentro di loro, qualcosa cominciò a sciogliersi.
Un mattino, per la prima volta, la luce del sole attraversò le finestre di quella casa.
Da allora, nel bosco si racconta che, tra le fronde che si piegano al vento e le radici che si abbracciano sotto la terra, le nebbie del sospetto si dissolsero piano.
In ogni tronco rimase incisa una lezione antica come il tempo: che nessun cuore può vivere solo di difesa e che nessun torto si risana con un altro dolore.
La piccola Fiammetta tornò spesso a passeggiare tra le case dei Rancorodi, non portava più lanterne: non ce n’era bisogno.
Ora, in ogni finestra, brillava una luce propria, diversa, imperfetta, ma viva e, i Rancorodi, che un tempo vivevano di accuse e rancori, impararono che la fiducia è come l’acqua, se la tieni chiusa nel pugno, scompare, se la lasci scorrere, disseta anche chi ci sta accanto.
E vissero tutti...
felici, in pace e contenti.
Stefania Giudice
23 ottobre 2025